Il noto chirurgo-urologo abruzzese, docente presso l'Università di Chieti, salva, tra le importanti e valide sue azioni, i malati di sensibilità chimica multipla e viene, anche per questo (?), sospeso dalla locale Asl, con capi d'accusa infamanti che si tramutano in danni per tutti, cittadini, utenti, struttura sanitaria e medici.
Il caso Tenaglia è, forse, una congiura tutta italiana, per i fatti e gli accadimenti di cronaca che lo riguardano? La vicenda crea comunque oscurantismo e zone d'ombra nella Sanità nazionale.
Chi è il Prof. Raffaele Tenaglia?
Docente universitario brillante, impegnato perciò nella formazione di nuove generazioni di medici, primario di urologia nell'ospedale di Chieti, Raffaele Tenaglia diventa il capro espiatorio di fatti giudiziari che vanno a occuparsi, pur nel rispetto della vicenda in corso imperniata sulla letteralità normativa, presumibilmente violata, una questione di lana caprina, sollevata dalla locale Asl. Ci chiediamo come possa un datore di lavoro, ovvero la Asl, accanirsi, anche con campagne stampa (l'odierno "Il Centro") sotto forma di Telenovela, contro uno dei suoi più brillanti e produttivi professionisti che come tutti sanno ha contribuito a valorizzare enormemente l'immagine della struttura sanitaria ospedaliera di Chieti e quella Pubblica, dando prestigio e potenziando i conseguenti benefici economici derivanti alla Asl, per la scelta di tanti pazienti che si sono rivolti al noto chirurgo e che adesso ancor più premono per essere curati nel reparto di Urologia dietro la direzione del medesimo. Tesi inadeguate e intrighi nutrono l'intera vicenda.
Siamo alla solita sanità, amministrata col bilancino della convenienza politica e non dell'ammalato? Col presunto magari pretesto dell'utilizzo della letteralità normativa del "bilancino penale"? Come può un fedele servitore dello Stato essere ripagato da tanta vile moneta? "Peculato...?". E quali sono allora le regole in seno alle Asl nell'evitare tale "presunto crimine"? La Pubblica Amministrazione non avrebbe l'obbligo di approntare le necessarie procedure o i protocolli di prevenzione per ciò che potrebbe diventare "crimine"? Nella Asl di Chieti le "maglie" per filtrare i tentativi di peculato sembrerebbero molto larghe, soprattutto dopo l'episodio dalla stessa sollevato e per il quale si potrebbero chiamare in causa magari i veri responsabili (ex art. 40 del Codice Penale).
Visto in conclusione all'opera, il prof. Tenaglia disattende tutte le aspettative del medico classico, di solito chiuso nella propria torre d'avorio, di chirurgo, primario, ecc. Nel suo caso tale profilo non corrisponde. Il Nostro, gettonatissimo anche da strutture sanitarie pubbliche estere, è un creativo, un ricercatore munito cioè di fantasia oltre che di valenza tecnica, con interventi che sono da considerarsi vere opere d'arte, per report noti su interventi di cambiamento di sesso o situazioni tumorali, infezioni batteriche e virali, l'uso della chirurgia robotica un'esclusiva ancora di pochi, in Italia. Non finiscono qui l'attività e l'attivismo, poiché i pazienti con risoluzioni di patologie gravi sono seguiti volontariamente dal medesimo nel post-degenza, sul piano umano oltre che tecnico, secondo i protocolli della più rigorosa ricerca scientifica, velocizzandone la guarigione e la fuoriuscita dai traumi di norma presenti all'indomani di un'operazione chirurgica. Rappresenta forse, questa, una "visione" del medico-umanista troppo pericolosa per il Sistema Sanitario, locale e nazionale? Non lo sappiamo. Ci sono ancora indagini, con sentenze definitive imminenti, che per ora tengono il chirurgo-urologo distante dal suo deputato luogo di lavoro. Avendolo conosciuto in circostanze particolari in cui ha salvato vite umane, dedicandosi peraltro con slancio ai malati di Sensibilità Chimica Multipla banditi anche loro dagli ospedali italiani e ai quali l'intero sistema sanitario non garantirebbe la vita né la tutela, staremo molto attenti a seguirne la vicenda, umana e professionale, appoggiandolo in tutti i modi e i luoghi possibili.